Settima tappa del Cammino 103 di Tuscia: da Civitella Cesi a Monte Romano attraversando l'area archeologica di San Giovenale.
Un percorso che attraversa dal Tevere al mar Tirreno, a piedi o in MTB, la splendida Tuscia.
La tappa più selvaggia dell'Intero Cammino. Proseguendo lungo la segnaletica del cammino, dopo circa 300 metri, si arriva alla località “la Mola” dove in un pianoro lungo il fiume Mignone si notano i ruderi di un mulino costruito nel 1700 dall’ Ente ospedaliero del Santo Spirito per gli abitanti della colonia agricola di Monte Romano. Alla fine dell’ 800 il mulino non è più in funzione, attualmente, oltre alle strutture murarie si possono vedere ancora i canali di adduzione dell’acqua e la platea di sbarramento sul fiume, posta vicina ai ruderi di un ponte che collegava la località con il Casalone sito nel Comune di Tolfa. Proseguendo lungo il tracciato si costeggia il fiume Mignone sulla sinistra e la località bosco del “Crognolo” sulla destra, un bosco di quercia e cerro che deve l’appellativo alla numerosa presenza della pianta del corniolo, una volta utilizzata in falegnameria per la sua compattezza e durezza e usato dai butteri per costruire i loro tipici bastoni. Lasciato il bosco, il sentiero si inerpica lungo quella che viene attualmente detta “valle del Mignone” una valle incontaminata di importante pregio naturalistico dove l’unica testimonianza di presenza antropica è l’allevamento allo stato brado dei bovini ed equini di razza maremmana. La valle offre uno spettacolo indimenticabile nei mesi primaverili quando le centinaia di peri selvatici sono in fiore. Lungo il percorso è possibile vedere il “Fontanile del Crognolo” realizzato in pietra calcarea con paramento a faccia vista costruito agli inizi del 1900, attualmente privo di acqua. Prima di arrivare al cancello del Crognolo, posto sulla recinzione in legno che delimita il pascolo della valle del Mignone dai seminativi della località “Calisto”, a circa cento metri sulla destra, su una collinetta si possono osservare le strutture di una cisterna romana in opera cementizia composta da un solo vano e pianta rettangolare (m. 3,20 x 12,70). Sul pianoro della collinetta si notano frammenti fittili che attestano la presenza di una villa rustica romana del I- II secolo d.c. Da questo punto panoramico è possibile vedere dall’alto tutta la bellezza della valle del Mignone. Attraversato il cancello, il tracciato entra nella località “Calisto” che prende il nome da Papa Calisto III, il quale nel 1456 ipotecava a favore dell’Ospedale di S. Spirito la vasta tenuta di Monte Romano per finanziare una Crociata volta alla liberazione di Costantinopoli caduta in mano dei Turchi nel 1453. Scendendo lungo la strada di Calisto il tracciato si immette nella strada della “Rotonda” che costeggia la collina omonima e sulla cui sommità sono presenti i resti di una cinta muraria che delimita l’area su cui si erigeva la rocca di Monte Romano (arx Mons Romani) databile al XIII secolo. Attualmente all’interno della cinta muraria è stato realizzata un’area pic-nic. . Proseguendo per il Cammino 103 che ricalca la strada della Rotonda” si giunge al fontanile del “Torrione “di piccole dimensione, realizzato nel 1915, che deve il suo toponimo alla presenza di una torre di avvistamento medioevale, ormai completamente ristrutturata. Dopo circa un km sii arriva al centro abitato di Monte Romano costruito a partire dal 1600. Il 18 luglio 1664 con Bolla del Pontefice Alessandro VII si autorizzava l’Ospedale del Santo Spirito a riedificare in luogo più adatto il Castello di Monte Romano, di chiamarvi nuovi abitatori e di concedere a costoro aree per fabbricare case e terre da coltivare in concessione perpetua. Solo nel 1851 il Santo Spirito rinuncia alla giurisdizione baronale con conseguente cessazione del Regime Feudale ed erezione di Monte Romano in libero Comune. Tra le cose da vedere si citano: la Fontana del Mascherone del 1770, la chiesa nuova del 1750, la chiesetta del 1600, l’orologio quadrifronte del 1730 e quello che era borgo “Calino” del 1770, posto lungo l’attuale via Vittorio Emanule, composto da un nucleo centrale adibito a granaio e due ali laterali realizzate per i coloni che venivano ad abitare a Monte Romano. Con prenotazione presso il Comune di Monte Romano è possibile vedere il piccolo museo civico con reperti etrusco- romani. Scarica la brochure dei Percorsi Etruskey, tra natura e archeologia nella terra dei re.
Uscendo dal centro abitato di Civitella Cesi, seguendo la segnaletica, si attraversa l'Area archeologica di San Giovenale, dove sono stati rinvenuti una necropoli e un centro abitato del periodo arcaico etrusco ben conservati; tutta l’area si estende su un pianoro dove sono presenti i resti della chiesetta consacrata a Giovenale.
Si prosegue incontrando il tracciato della ferrovia abbandonata Orte Civitavecchia. Il Cammino 103 Tuscia entra nel territorio del comune di Monte Romano in località “cancelletto dei Biedani” detta così per la presenza sul fosso dell’Anatrella, che per un tratto funge da confine naturale tra Monte Romano e Blera, di un piccolo cancello in legno sul guado del fosso.